Processo PFAS: condanne per 141 anni e maxi-risarcimenti
Processo PFAS: condanne per 141 anni e maxi-risarcimenti
Processo PFAS: condanne per 141 anni e maxi-risarcimenti. “Sentenza storica per la giustizia ambientale”
Undici manager della ex Miteni e delle multinazionali Mitsubishi e ICIG riconosciuti colpevoli del disastro ambientale da PFAS in Veneto. Risarcimenti milionari a Regione, Ministero e cittadini.
Vicenza, 26 giugno 2025 – Dopo quattro anni di dibattimento, la Corte d’Assise di Vicenza ha emesso una sentenza destinata a fare scuola nella storia della giustizia ambientale italiana. Sono undici le condanne inflitte a dirigenti e tecnici della ex Miteni di Trissino e delle società controllanti Mitsubishi Corporation e ICIG, per il gravissimo caso di contaminazione da PFAS che ha coinvolto tre province venete.
Le condanne: oltre 141 anni di carcere
Le pene variano da 2 anni e 8 mesi fino a 17 anni e mezzo, per reati che includono avvelenamento delle acque, disastro ambientale, inquinamento e gestione illecita di sostanze pericolose. La somma totale delle pene supera i 141 anni di reclusione. Quattro imputati sono stati assolti.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’azienda era a conoscenza della tossicità e della persistenza delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) già dagli anni Novanta, ma avrebbe continuato a immetterle nell’ambiente senza adottare misure di contenimento.
Contaminati territorio e falde: coinvolti oltre 300.000 cittadini
Il disastro ha colpito una vasta area di circa 100 km², contaminando le falde acquifere e le acque superficiali. L’impatto ha interessato direttamente circa 300.000 residenti nelle province di Vicenza, Verona e Padova. Molti di loro sono risultati esposti per anni a sostanze classificate come pericolose per la salute, tra cui PFOA, PFOS, GenX e C6O4.
Risarcimenti milionari: 58 milioni al Ministero, 6,5 alla Regione
La sentenza prevede anche ingenti risarcimenti economici. Il Ministero dell’Ambiente riceverà 58 milioni di euro, mentre la Regione Veneto otterrà oltre 6,5 milioni. Somme rilevanti sono riconosciute anche a Comuni, associazioni ambientaliste, comitati e cittadini riuniti come parti civili.
Reazioni: soddisfazione e richiesta di bonifica immediata
La sentenza è stata accolta con favore da istituzioni e associazioni. Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha parlato di “una pagina fondamentale di verità e giustizia”, ribadendo l’impegno della Regione nella gestione della crisi PFAS fin dal 2013.
Legambiente, costituitasi parte civile, ha definito il verdetto “una vittoria delle comunità colpite”, e ha chiesto “l’avvio immediato della bonifica del sito e l’introduzione di limiti più stringenti per i PFAS a livello nazionale ed europeo”.
Anche i gestori idrici, tra cui Acquevenete, hanno espresso soddisfazione per il riconoscimento dei danni, ma hanno avvertito: “La battaglia non è finita. Serve intervenire rapidamente per proteggere le risorse idriche”.
Bonifica del sito ex Miteni: partenza entro il 2025
Con la sentenza si apre ora la fase operativa della bonifica ambientale. La Conferenza dei Servizi del Comune di Trissino ha approvato il documento di analisi del rischio. Entro fine anno è attesa la definizione del piano tecnico per la messa in sicurezza della falda, ancora gravemente contaminata. Al momento, tuttavia, i lavori non sono ancora iniziati.
Un precedente importante
Questa sentenza rappresenta un precedente giudiziario fondamentale per i casi di inquinamento industriale in Italia. È la prima volta che un tribunale riconosce responsabilità penali così gravi per un caso di contaminazione da sostanze “eterne” come i PFAS.
Una decisione che, oltre a sancire un principio di giustizia, rilancia il dibattito nazionale sulla regolamentazione di queste sostanze e sull’urgenza di un piano di prevenzione ambientale su scala nazionale.