Il Leone di San Marco che da secoli veglia nascosto sull’Adige a Verona, simbolo della Serenissima da restaurare e riportare alla dignità che merita.

Il Leone di San Marco che da secoli veglia nascosto sull’Adige a Verona, simbolo della Serenissima da restaurare e riportare alla dignità che merita.

Il Leone di San Marco nascosto lungo l’Adige a Verona

A Verona, un grande Leone di San Marco domina e custodisce l’Adige. Si tratta di una scultura in tufo, materiale fragile e facilmente degradabile, che meriterebbe di essere restaurata e, se autentica, ricollocata in un luogo di maggiore visibilità, degno della Serenissima Repubblica di Venezia che governò Verona dal 1405 al 1797.

Una presenza che sfugge allo sguardo frettoloso

Chi transita sul Ponte Aleardi – in macchina, moto, bicicletta o a piedi – diretto verso il Cimitero Monumentale o via Francesco Torbido, raramente volge lo sguardo attorno. Le esigenze del traffico inducono infatti a procedere spediti, senza fermarsi ad ammirare le splendide vedute sul fiume, sia verso Nord che verso Sud.

Eppure, proprio da questo ponte, si cela una particolarità eccezionale: una grande edicola che ospita un Leone marciano rivolto a destra.

Dove si trova l’edicola

L’edicola non è facile da individuare. È nascosta tra i pioppi e i cespugli di cappero che crescono lungo il muraglione destro dell’Adige. Solo di recente la sua visione è tornata più nitida, grazie al taglio della vegetazione che la ricopriva.

Per scorgerla, occorre:

  • raggiungere il lato destro del Ponte Aleardi provenendo da via Pallone,

  • salire sul marciapiede all’angolo fra via Pallone e Lungadige Capuleti,

  • avanzare di pochi passi in direzione del Cimitero Monumentale,

  • volgere lo sguardo a destra, verso l’interno del muraglione in cotto.

È lì che si delinea, possente e quasi ruggente, la sagoma del Leone di San Marco.

Stato di conservazione

La scultura, probabilmente in tufo, è oggi solo parzialmente conservata e necessita di un restauro completo. Il materiale, molto sensibile alle intemperie, si annerisce con la pioggia e rischia un degrado irreversibile se non protetto.

Un ricordo: verso la fine degli anni Cinquanta del Novecento, alcuni volenterosi Esploratori ripulirono l’edicola dalle erbe infestanti, ridandole temporaneamente dignità.

Alla base, sotto la scultura, è visibile un rettangolo in pietra che potrebbe contenere una data o un’iscrizione utile a determinarne l’epoca e l’autenticità.

Un raro superstite della furia napoleonica?

Non avendo specifiche competenze storico-artistiche, non possiamo formulare certezze. Tuttavia, ci piace pensare che questo Leone sia l’unico a Verona scampato alla furia napoleonica, che distrusse o rimosse i simboli della Serenissima. Forse, proprio perché nascosto e poco visibile, riuscì a passare inosservato agli incaricati francesi.

Una possibile nuova collocazione

Oggi il Leone meriterebbe una posizione più degna e visibile. Una collocazione ideale potrebbe essere su uno dei due grandi portali veneziani settecenteschi di via Pallone, che introducono ai giardini dedicati a don Josemaría Escrivá de Balaguer, dietro le mura scaligere.

Così, la scultura tornerebbe ad essere apprezzata non solo come reperto storico, ma come simbolo vivo della presenza veneziana a Verona.

Un invito alla riscoperta

Questa segnalazione non vuole essere un trattato storico, ma un invito a visitare e riscoprire il Leone marciano. Un simbolo immortale, che racconta la storia della città e che non dovrebbe andare perduto sotto il peso del tempo e dell’incuria.

Il verde tornerà presto a coprirlo, rendendolo di nuovo invisibile. Ecco perché è urgente non dimenticarlo, proteggerlo e restituirgli la dignità che merita.

Pierantonio Braggio

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